Riforma in arrivo: va in soffitta il test d’ingresso a Medicina

Entro marzo 2020 la proposta di legge approderà in Aula. Chi non supera la selezione del secondo anno otterrà i crediti per altre facoltà scientifiche.

Iscriversi a Medicina senza condizioni: la legge 2 agosto 1999 n. 264, quella che istituiva il numero chiuso, “è abrogata”. Abolito, dunque, il test di accesso, il famoso numero programmato che negli anni ha scatenato proteste e ricorsi? No, lo sbarramento è solo rimandato al secondo anno, ma in questo modo «diamo a tutti i ragazzi la possibilità di sperimentarsi e di capire se quello può essere il loro percorso; insieme a questo immaginiamo di rivedere anche la riforma cardine delle specializzazioni». A parlare è Manuel Tuzi, deputato del M5S e medico che ha appena concluso la specializzazione in Medicina dello sport, nonché relatore della proposta di legge che, se approvata dal Parlamento, potrebbe mandare in soffitta il vecchio numero chiuso. Il testo della legge, depositato in commissione Cultura alla Camera, è ora al centro di alcuni tavoli di maggioranza – anche perché, nel frattempo, dopo la crisi di agosto, è cambiata – e sarà discusso in Commissione nelle prossime settimane con l’obiettivo di approdare nell’aula di Montecitorio tra gennaio e marzo. «Dall’orientamento nella scuola superiore all’accesso alle facoltà, alle specializzazioni la riforma sarà attuata per step», sottolinea Tuzi, aggiungendo che si sta valutando anche a un 8 per mille per finanziare le borse di studio delle specializzazioni: «Con oltre 68mila iscritti al test di Medicina il numero programmato è necessario, ed è chiaro che non c’è stato un forte orientamento. La vera sfida, dunque, è far acquisire già ai ragazzi di 16 anni la consapevolezza di cosa li aspetta». A settembre scorso, infatti, a fronte di 11.568 posti a Medicina, c’erano circa 68.600 aspiranti candidati. Il test al secondo anno – con un primo anno comune a tutti – varrà anche per i corsi di laurea in Farmacia, Odontoiatria e protesi dentaria, Chimica e tecniche farmaceutiche, Scienze biologiche e biotecnologie. Si potrà accedere al secondo anno solo dopo aver superato una prova di verifica
, che sarà «unica per tutti i corsi di laurea e identica sul territorio nazionale». Il bando sarà pubblicato 60 giorni prima e i risultati si sapranno entro un paio di settimane. Chi non avrà conseguito un numero di crediti sufficiente durante il primo anno non sarà neppure ammesso alla prova, e chi non la supererà «potrà utilizzare i crediti ottenuti in tutte le facoltà di area scientifica» senza numero programmato. Il test dovrebbe essere “a soglia” e, dopo tre concorsi falliti, non si potrà più ritentare. La legge affronta anche il problema del cosiddetto imbuto in cui si sono trovati circa 15mila laureati in Medicina, ovvero l’impossibilità, per la carenza di borse di studio, di accedere alla specializzazione. «Stiamo pensando anche a misure alternative come un 8 per mille per la formazione medica – annuncia Tuzi –. Un fondo che sia alimentato da soggetti privati, ma anche da enti e fondazioni. Le risorse così raccolte seguiranno poi le normali procedure per finanziare le borse di studio di specializzazione». Già dal 2021-2022 si punterà sull’orientamento: si parte dal terzo anno delle superiori, e non dall’ultimo, per permettere ai ragazzi di capire quale facoltà scegliere in base alle proprie inclinazioni. Ci saranno corsi online «pubblici e gratuiti» di 100 ore, con tanto di test di autovalutazione. Redazione Nurse Times Fonte: Quotidiano Nazionale  
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