Trapianto di capelli: ruolo dell’infermiere come figura complementare.

I dati dell’International Society of Hair Restoration Surgery (ISHRS) ci mette al corrente che il 50%-70% di tutti gli uomini va incontro a calvizie maschile, ad un certo punto della loro vita.

Questa condizione è chiamata alopecia androgenetica e i ragazzi possono iniziare a perdere i capelli già nella tarda adolescenza.
La Società Italiana di Tricologia e Chirurgia della Calvizie (SITri) dice che l’alopecia androgenetica “affligge circa l’80% degli uomini; ma anche il 35% delle donne in età fertile e ben il 50% di quelle in menopausa.”

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L’alopecia androgenetica


L’alopecia androgenetica è la principale causa della perdita dei capelli, prevalentemente nell’uomo ma anche nella donna. Questa patologia è definita così perché è composta da una parte ormonale e una genetica. Nello specifico, la causa accertata è la partecipazione di un’eccessiva presenza di diidrotestosterone (DHT) nel follicolo del capello; mostrandosi deleterio per la crescita del capello stesso. Esso è il risultato della trasformazione degli ormoni androgeni mediante l’enzima 5-alfa- reduttasi.


Il testosterone è l’ormone androgeno presente principalmente nell’uomo e viene secreto prevalentemente dai testicoli e in minor parte dalle ghiandole surrenali. Lo stesso è presente, in quantità minore, anche nella donna ed è prodotto dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali. La trasformazione del testosterone in diidrotestosterone (DHT), non si realizza in una zona della cute della testa, ma nella ghiandola sebacea delle unità follicolari. Si ipotizza che il DHT presente nelle ghiandole sebacee innesca il cosiddetto processo alopecico, e il sistema immunitario attaccherebbe solo le unità follicolari interessate.

Gli Interventi


In questa particolare specializzazione l’infermiere deve necessariamente avere delle buone nozioni di chirurgia ambulatoriale/sala operatoria. Come nel resto della chirurgia. Ci sono 3 fasi principali durante l’intervento chirurgico: fase preoperatoria, intraoperatoria e postoperatoria. Esistono 2 tipi di interventi chirurgici la FUE (follicular unit excision) che ad oggi è la più diffusa essendo mininvasiva e la FUT (follicular unit transplantation) che rispetto alla prima è più invasiva; in quanto lascia una cicatrice lineare nella regione occipitale della testa, rende difficile una rasatura dell’area donatrice e resta più fastidioso il postoperatorio.

Il compito dell’infermiere

Nella fase preoperatoria, l’infermiere oltre ad avere il compito di preparare il campo operatorio, le postazioni di lavoro per la selezione e pulizia delle unità follicolari, i farmaci per l’intervento (anestesia locale); deve preparare il paziente posizionando un accesso venoso periferico ed eseguendo il disegno dell’area donatrice (solitamente è la regione occipitale della testa) mediante un template.

A seconda del tipo di intervento (con capelli lunghi, parzialmente rasati o rasati) deve preparare l’area donatrice affinché si possa eseguire il prelievo delle unità follicolari.


Terminata questa parte si posiziona il paziente sul lettino chirurgico iniziando la fase intraoperatoria.
Generalmente questo tipo di intervento viene eseguito in anestesia locale, malgrado sia un intervento lungo (in media 8-9h); è ben tollerato dai pazienti che possono utilizzare il telefono/PC.

Una volta eseguita l’anestesia locale, inizia l’incisione delle unità follicolari, dove l’infermiere ha il compito di strumentare, aiutando il chirurgo. Nel caso della tecnica FUE le incisioni delle unità follicolari avvengo mediante un micromotore elettrico e un punch, con un diametro generalmente al di sotto del millimetro, direttamente nell’area donatrice.

Quando il chirurgo termina le incisioni; l’infermiere ha il compito di estrarre tutte le unità follicolari con l’uso di strumentario dedicato per la microchirurgia e un microscopio ottico di almeno 4x.

Nello specifico l’infermiere ha la responsabilità di non danneggiare e contaminare le unità follicolari durante l’estrazione, ponendole in un chiller in una soluzione dedicata.


Estratte tutte le unità follicolari, il chirurgo procede alla creazione dei siti riceventi nell’area interessata da calvizie mediante un blade della grandezza di appena un millimetro. L’inserimento delle unità follicolari nei siti riceventi è una competenza infermieristica e viene eseguita da una equipe di 2-3 infermieri. Anche questa fase molto delicata è eseguita con ottiche prismatiche con un ingrandimento di almeno 4x; al fine di non danneggiare le unità follicolari in modo irreversibile.

Quando le unità follicolari sono tutte ben posizionate all’interno dei siti riceventi, termina la fase intraoperatoria e inizia quella postoperatoria, pulendo le zone trattate, verificando la corretta posizione o eventuali mancanze, dando le indicazioni post-chirurgiche (comportamenti da seguire, l’assunzione della terapia farmacologica domiciliare, lavaggi ecc.).


Questo tipo di intervento necessita di fiducia reciproca e coordinazione all’interno dell’equipe, perché i risultati del trapianto di capelli si avranno tra i 9 e i 12 mesi; ciò significa che se un operatore sbaglia anche solo una delle fasi (estrazione, mantenimento e placing delle unità follicolari) il risultato finale sarà compromesso, in quanto i capelli cresceranno in direzione errata o non cresceranno proprio.


Questa “evoluzione professionale” della figura infermieristica in microchirurgia della calvizie pone una maggiore autonomia e responsabilità, visto che l’infermiere prende parte integrante all’atto chirurgico.


Malgrado l’elevata richiesta di personale competente, questa disciplina non viene trattata durante la formazione universitaria triennale, quindi è spesso sconosciuta a una buona parte dei professionisti sanitari; permettendo in molte occasioni un abuso della professione da parte di personale non medico sottovalutando i potenziali rischi.


Attualmente questa figura professionale esercita le proprie competenze avanzate in ambito esclusivamente privato; vista l’elevata richiesta i professionisti di questo settore lavorano spesso, volutamente, in forma di freelance collaborando con più chirurghi.

La mia esperienza


Io ho iniziato ad esercitare questa particolare professione tra Roma e Milano, qualche mese dopo la mia laurea in infermieristica nel 2014, tra uno smonto notte e un riposo; iniziando da subito a nutrire interesse e a frequentare i congressi nazionali della SITri (Società Italiana di Tricologia e Chirurgia della Calvizie), diventando socio attivo. Nel 2017 mi sono specializzato con un master di 1° livello in strumentazione di sala operatoria presso il Policlinico Campus Bio-Medico di Roma (la stessa università dove mi sono formato nel triennio); apprendendo quelle nozioni necessarie a comprendere tecniche e organizzazione di un blocco operatorio.


Ho partecipato come docente infermieristico ad un corso accademico, prima presso l’Università Sophia Antipolis di Nizza in “Hair Restoration Surgery” e poi presso l’Università degli studi Guglielmo Marconi di Roma in “Hair Sciences and Hair Restoration Surgery” con la SIACH (The International Society of Surgical Anatomy).


Sono socio dell’AICO (Associazione Italiana Infermieri di Camera Operatoria) e attualmente sono responsabile infermieristico di una nota equipe chirurgica di Roma che utilizza tecniche all’avanguardia di stampo americano. Mi occupo personalmente di ricostruzione non chirurgica del cuoio capelluto (cicatrici, diradamenti, trapianti mal riusciti) mediante la tricopigmentazione; utilizzando un demografo e un macchinario dedicato, in modo coadiuvante alla chirurgia oppure in quei casi dove la chirurgia non può intervenire.


Il mio auspicio è quello di veder crescere un network di professionisti di questa particolare specializzazione, potendo confrontarsi e migliorarsi sempre di più in una professione dove ancora c’è molto da scrivere.


Per chi fosse interessato o incuriosito ad approfondire la materia, sul mio sito internet potrete trovare diversi contenuti come immagini, video, spiegazioni e curiosità. Di seguito lascio le associazioni di riferimento per eventuali approfondimenti.

Account Instagram personale: luca_pirrone_
Siti internet:
www.tricologiaetricopigmentazione.com
www.sitri.it
www.ishrs.org


Resto disponibile a qualsiasi confronto, con professionisti che hanno esperienza e non.

Dott. Luca Pirrone

Redazione Nurse Times

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