Maratona Patto per la Salute: tra i professionisti intervenuti, Daniele Marchisio, presidente nazionale del GFT
Ieri sono iniziati i lavori della Maratona Patto Salute. Il ministero della Salute ha chiesto a tutte le associazioni di operatori sanitari, società scientifiche, federazioni degli ordini professionali, sindacati di categoria un incontro per ascoltare le proposte di chi lavora nel mondo della sanità. Oggi incontrerà le aziende che operano nel settore (case farmaceutiche, ditte produttrici di dispositivi medicali, ecc.) e domani sarà la volta degli altri stakeholder (associazioni di cittadini, di pazienti, di tutela, ecc.). Tutto ciò per recepire consigli su argomenti tra i più sentiti, da includere nel Patto per la Salute.
Nella prima mattinata di lavoro sono stati ascoltati professionisti sanitari come medici, biologi, psicologi, nutrizionisti, podologi, ingegneri clinici, ortottisti, tecnici ortopedici, farmacisti. Un folto gruppo di convenuti era rappresentato dalle società scientifiche infermieristiche, tra cui SISI, Anin, ACOI, GFT, CNAI. Apprezzati gli interventi di tutti i partecipanti, dai quali, come sottolineato dal segretario Amato, si evidenzia una volontà forte di collaborazione di tutti i professionisti. Molti interventi si sono concentrati sulla gestione delle cronicità e sul ruolo che devono assumere le istituzioni nel potenziamento dell’offerta sanitaria sul territorio.
Tale opportunità è stata offerta per la prima volta e i professionisti hanno risposto in maniera esemplare, denunciando il timore per le sorti del Servizio sanitario nazionale, ma soprattutto esprimendo la loro disponibilità a esserci per lavorare e proponendo soluzioni che vedono al centro la qualità delle cure, con attenzione anche al corretto impegno di risorse. Di seguito una sintesi dell’intervento di Daniele Marchisio, presidente nazionale del Gruppo Formazione Triage (GFT).
“Oggi il triage infermieristico in pronto soccorso è considerato una delle attività fondamentali delle strutture di emergenza-urgenza; la sua utilità, ormai indiscussa, è prevista anche da specifici provvedimenti legislativi nazionali e da numerose direttive regionali.
Negli ultimi 25 anni si è assistito all’attivazione della funzione di triage presso molti dei pronto soccorso italiani, e molte realtà operative hanno lavorato al fine di migliorare il proprio sistema, cercando di garantirne l’aderenza alla normativa e alle evidenze scientifiche. La situazione sul territorio italiano è comunque ancora estremamente disomogenea.
La maggior parte degli esperti del settore è concorde nell’affermare che il modello in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti per il triage in pronto soccorso nelle realtà italiane è quello del ‘triage globale”. Nell’ultimo periodo, inoltre, si sta assistendo alla promulgazione di linee di indirizzo regionali inerenti l’attività di triage che, se da una parte promuovono l’attuazione del modello del triage globale, dall’altra creano ulteriori differenze in termini di percorsi, di risorse, di codifica dei pazienti, ecc.
È necessario, quindi, continuare a interrogarsi e a discutere sulle procedure in atto e sulle caratteristiche del sistema di accettazione e selezione dei pazienti, al fine di garantire la coerenza con le linee guida e la letteratura, creando uno standard nazionale condiviso e applicato.
È necessario continuare a lavorare sul triage per:
Redazione Nurse Times
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