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Coronavirus: difficoltà per l’avvio del servizio Usca in Puglia

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Coronavirus: difficoltà per l'avvio del servizio Usca in Puglia
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Lo ha confermato Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Promozione della salute della Regione.

Unità speciali di continuità assistenziale: il direttore del Dipartimento Promozione della salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, nel corso della sua audizione davanti alla Commissione consiliare sanità, proprio a proposito delle Usca, ha confermato “le difficoltà di avvio del servizio per la rinuncia dei medici di continuità assistenziale, chiamati su base volontaria a entrare a far parte delle unità”. Come soluzione ha prospettato l’integrazione con gli infermieri.

Altre promesse, insomma, altri impegni e garanzie da parte del capodipartimento fiduciario dell’assessore/governatore Michele Emiliano, dopo settimane di attese e interrogazioni a valanga dei gruppi di minoranza alla Regione. E sulla fase 2? Be’, anche in questo caso Montanaro ha evidenziato la complessità dei problemi di una situazione unica e priva di precedenti, con un modello organizzativo che muta giorno per giorno.

Riguardo alla domanda se tutte le strutture sanitarie pugliesi siano pronte ad assicurare in competa sicurezza le prestazioni specialistiche sospese a inizio marzo per poter dirottare ogni energia disponibile a fronteggiare l’pandemia, lo stesso Montanaro ha spiegato che il via libera “è stato dato solo a quelle strutture in grado di rispettare tutte le condizioni poste, mentre le altre sono state sollecitate a farlo nel più breve tempo possibile”. E ha citato in questo campo come “la condivisione delle esperienze maturate giorno per giorno sia la migliore tra le scuole formative”.

Ma torniamo alle unità speciali di continuità assistenziale, cioè alle squadre di medici e operatori sanitari che dovrebbero entrare in azione sul territorio pugliese per l’assistenza a domicilio di quei malati Covid che non hanno bisogno di ricovero ospedaliero. Da aprile dovevano essere anche pronti i kit di DPI per gli operatori di tutte le aziende sanitarie locali pugliesi. Ciascuna squadra, sempre secondo gli impegni dai vertici sanitari, riceverà nella fase iniziale un kit di cinque tute, due visiere, due paia di occhiali, un centinaio di mascherine chirurgiche e cinquanta FFP2 e un altro centinaio di guanti.

“Dopo i corsi di formazione, completeremo la dotazione organica delle Usca – spiegava il mese scorso Vito Montanaro ­-, anche grazie alla programmazione con i comitati permanenti di ciascuna Asl. Dopodichè porteremo a regime le attività”. Gli faceva eco il dg Antonio Sanguedolce: “Nella Asl Bari ci sono a disposizione 120 medici. Domani trasmetteremo al dipartimento regionale il cronoprogramma per l’inizio delle attività, con le attivazioni e le sedi”. Sono trascorsi 20 giorni, ma delle unità speciali antivirus solo vagiti. Per un parto molto, ma molto più travagliato del previsto.

Redazione Nurse Times

Fonte: Quotidiano di Bari

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