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Ostetricia del “Vito Fazzi” di Lecce al collasso per carenza di personale

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Anche il nosocomio salentino, l’ Ospedale “Vito Fazzi” Lecce, alle prese con carenze di organico significative. Il disagio giunge dalla U.O. di Ostetricia.

L’ospedale in questione si ritrova in Estate a fronteggiare la drammatica carenza di personale. In ordinario la struttura vanta 2000 parti l’anno e oltre 40 posti letto.

Questione che si ripresenta nuovamente dopo diverso tempo e di cui si ricorda l’emorragia dei camici bianchi di qualche anno fa con “la penuria di anestesisti e la grande richiesta di assistenza rianimatori” (corrieredelmezzogiorno.corriere.it) e per ultima la carenza di infermieri in radiologia segnalata qualche mese fa, in cui il personale infermieristico era (ed è) alle prese con turni di lavoro incalzanti e dalla mole di lavoro gravosa (VEDI).

Pochi giorni fa due Ostetriche gestivano 5 parti cesarei in regime di urgenza e programmati.

Oggigiorno, le cose non haNno subito nessuna variazione di rilievo: ancora due Ostetriche di turno e per giunta in rientro sul riposo notturno!

Lavorare senza tregua e garantire la copertura dei turni di servizio senza nessun cenno di rimpinguamento della carenza di personale non rende giustizia alla cassa di risonanza della chiusura di diversi punti di nascita in terra salentina; basti pensare che alla razionalizzazione suddetta non è corrisposta l’integrazione, necessaria e non aleatoria, di personale.

L’U.O. di Ostetricia è inoltre articolata su “due ali”: un gruppo operatorio con sale travaglio-parto-sala operatoria.

Il disagio in suddetta Area Dipartimentale è esteso anche al personale infermieristico; costretto a fare da sponda e da transporter dei pazienti da un settore ospedaliero afferente al medesimo servizio.

L’invito che si rivolge ai vertici aziendali è quello di garantire  al personale Sanitario oggetto di prestazioni di lavoro usuranti un equo ristoro; non solo delle giornate di riposo, ma anche di quantità di organico in turno con il quale collaborare, scongiurando d’altronde potenziali ed incresciose condizioni di demansionamento.

CALABRESE Michele

 

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